"Uno de los mejores narradores cubanos de la hora presente"
(Juan Bonilla)

Del Blog de Díaz-Pimienta

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Cuatro Poemas En Italiano

Publicado por Alexis Díaz Pimienta el 13 febrero 2011 a las 12:36 am
A finales del siglo pasado la editorial italiana Feltrinelli publicó una antología de poesía cubana, L'Isola che canta, en la que aparecieron, traducidos por el profesor Danilo Manera, once poemas de mis libros Cuarto de mala música, Pasajero de tránsito y En Almería casi nunca llueve. Compartimos con los visitantes de este cuarto, 4 de aquellos poemas, concretamente: "De los ojos de un niño" y "En el jardín" (de Pasajero de Tránsito), "Dice el nieto" (de Cuarto de mala música) y "Las cartas extraviadas" de En Almería casi nunca llueve. Veamos cómo suenan estos versos en la lengua de Dante.

Dagli occhi di un bambino...

Dagli occhi di un bambino decollano gli aeroplani.
Se chiudesse gli occhi cadrebbero.
Solo il suo stupore li mantiene sospesi,
la sua piccola mano li innalza,
il suo cuore li muove e li allontana.
Senza un bambino appiccicato ai vetri,
alle alte ringhiere di una terrazza adulta,
gli aeroporti morirebbero d’orrore.
Un bambino non potrà mai pronunciare la parola
“aeronautica”
ma da lui dipenderà l’imitazione dell’uccello.
Un bambino non saprà calcolare le distanze
ma è lui la garanzia del ritorno.
Ogni aeroporto deve avere un bambino incollato ai vetri,
accanto agli altoparlanti, dovunque si acquatti la paura.
Grazie a lui durerà meno lacrime il rientro di tutti,
dorrà meno baci l’addio delle madri
e le hostess potranno prescindere da avvisi insulsi.

Un aeroplano per aria
sono molti bambini che guardano l’orizzonte.


Nel giardino pubblico

Una giovane ha appena accavallato le gambe
E il poeta spera che il vento sia suo complice.
Sorveglia irrispettosamente l'orlo del vestito,
l'unica strada verso la felicità.
La giovane sorride, estranea all'importanza della sua coscia
parlando di profumi o ragazzi o promesse.
E il vento soffierà
- di fronte a tanta insistenza soffierà –
ma la vera fortuna sta nel fatto che la mano della giovane
scenda in tempo, e la sua pelle continui ad essere possibile.


Dice il nipote

I nonni non mi piacciono perché finiscono subito.
Sono a malapena un ginocchio ossuto, una mano
tra i capelli,
e diventano già una foto nella sala,
un volto che s'allontana.

I nonni mi spaventano perché sono molto docili,
sanno tutto e cantano.

I genitori dovrebbero avere i figli più da giovani,
perché questi a loro volta avessero presto figli
e i nonni non arrivassero tanto tardi.


Le lettere smarrite

Per favore, non recuperate le lettere smarrite.
Lasciate la busta accanto al tronco dell’albero,
sotto un’anonima pietra, o a rotolare nei giardini.
Ci sono lettere che si scrivono perché non arrivino,
perché dall’altro lato della voce diffidino di tutto,
perché esista una seconda lettera, esplicita e inutile.
Ciò accade con l’assenso di tutti,
con soprassalti premeditati e complicità.
Sono mesi, anni, di matematica innocenza.
In quelle lettere si confessava tutto,
si annunciavano pericoli che poi la pioggia ha ammorbidito;
in quelle lettere c’erano poscritti che premonivano
sul fatto che sarebbero andate smarrite.
La loro vera destinazione era il silenzio,
le erbacce al bordo dei letti,
le ragnatele sui davanzali,
le nuvole sul volto.
Definitivamente,
dall’altro lato della voce non l’aspettavano.
Lasciatela accanto all’albero,
sotto un’anonima pietra,
a rotolare nella memoria del felice mittente.

Traducción: Danilo Manera.


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